Prioria
La facciata è disseminata di stemmi, e ricorda, per
volontà del poeta, quella del Palazzo del Podestà di Arezzo. Al centro, lo
stemma del levriero disegnato dallo stesso D’Annunzio. Sull’arco d’ingresso due
Vittorie della Fama sulla quale c’è scritto un motto di buon augurio. Al
pianterreno, gli altorilievi del Leone di San Marco, dell’Aquila di San
Giovanni e un altorilievo in bronzo con alcuni versi del Cantico delle Creature
di San Francesco.
Vestibolo
È l’ingresso alla casa alla quale si accede salendo
sette gradini. Sul pianerottolo una colonna in pietra, alla cui base sono i
simboli della passione, con sopra un cesto dorato colmo di melagrane (simbolo
di abbondanza). Due porte conducono ad altri spazi di passaggio: a sinistra
l’Oratorio Dalmata e a destra la Stanza del Mascheraio.
Stanza del Mascheraio
Questa stanza era utilizzata da D’Annunzio
come sala d’attesa per gli ospiti poco graditi. Sullo specchio una scritta si
rivolge “Al visitatore. Teco porti lo specchio di Narciso? Questo è piombato
vetro o mascheraio. Aggiusta le tue maschere al tuo viso, ma pensa che sei
vetro contro acciaio.” Il severo monito sembra fosse rivolto a Mussolini, che
visitò più volte D’Annunzio al Vittoriale. Un grammofono, una radio, alcuni
dischi e degli spartiti testimoniano l’interesse del poeta per la musica.
Stanza della Leda
La camera da letto è immersa nei colori dominanti dell’oro e dell’azzurro, illuminata solamente dalla luce che entra dalla Veranda dell’Appollino. Sul soffitto sono riportati sulle travi lignee alcuni dei più importanti versi di Dante. Nella stanza domina imponente un caminetto e sono presenti tre tavolini disegnati dallo stesso D’Annunzio. È presente un calco in gesso di un’opera di Michelangelo. Sul letto, una coperta persiana in seta ricamata. Disseminati nella stanza maioliche persiane, porcellane cinesi e maioliche dono della moglie Maria.
Stanza della Musica
Questo era il luogo destinato ai concerti di
Luisa Baccara e degli archi del “Quartetto del Vittoriale”. È uno degli
ambienti più complessi e ricchi della Prioria per le opere che contiene. La
scandiscono quindici colonne, su una delle quali è posto un Eros in bronzo che
pare sorreggere il tessuto del soffitto. Sulle altre, la presenza di splendide
Zucche Luminose arancioni e azzurre e i Canestri di Frutta. Le pareti sono
coperte da una stoffa di damasco rossa e delle cortine in seta nera e ricami
d’argento. Riempiono ulteriormente ogni spazio arredi cinesi, tavolini, bronzi
e strumenti musicali.
Stanza del Mappamondo
Questa stanza è l’ex biblioteca di Thode, qui
si conservano tutt’ora circa 6000 dei 33000 volumi totali presenti in tutta la
Prioria. È la biblioteca più spaziosa della casa, ma anche sala da pranzo per i
ricevimenti e luogo di memorie storiche. Qui sono raccolti alcuni cimeli
storici come la maschera funeraria di Napoleone e la tabaccheria usata dall’ex
imperatore a Sant’Elena. Alle pareti e sugli scaffali sono presenti alcune
copie in gesso di grandi artisti (esempio: la mano del David di Michelangelo).
Sul tavolino rotondo, l’enorme Divina Commedia (Inferno) realizzata per il
sesto centenario della morte di Dante. Campeggia un grande mappamondo, sopra il
quale è posto un galeone in ferro battuto.
La suggestiva e preziosa stanza era insieme
guardaroba, studio privato, sala da pranzo per rapidi pasti solitari. Le pareti
sono tappezzate di damasco verde e dominano l’ambiente alcuni gessi, sculture
cinesi, argenti e porcellane. Seduto alla scrivania di questo studio Gabriele
D’Annunzio morì per emorragia celebrale il 1° marzo 1938.
Stanza della Leda
La camera da letto è immersa nei colori dominanti dell’oro e dell’azzurro, illuminata solamente dalla luce che entra dalla Veranda dell’Appollino. Sul soffitto sono riportati sulle travi lignee alcuni dei più importanti versi di Dante. Nella stanza domina imponente un caminetto e sono presenti tre tavolini disegnati dallo stesso D’Annunzio. È presente un calco in gesso di un’opera di Michelangelo. Sul letto, una coperta persiana in seta ricamata. Disseminati nella stanza maioliche persiane, porcellane cinesi e maioliche dono della moglie Maria.
Veranda dell'Apollino
Venne edificata da Maroni con lo scopo di far
filtrare luce verso la camera da letto, un ambiente intermedio adatto al relax
e alla lettura. A dare il nome all’ambiente è la presenza del gesso di un
Kourus greco arcaico, sulle pareti invece ritratti fotografici della madre di
Gabriele, di Luisa Baccara e di Eleonora Duse.
Stanza del Lebbroso
Questa stanza è stata pensata dal poeta stesso come luogo di meditazione e futura camera funeraria. Tappezzano la stanza riquadri in pelle di daino. Qui presente anche una statua raffigurante San Sebastiano trafitto. Il programma iconografico è complesso ed era stato affidato ad un veneziano facente parte il gruppo dei “secessionisti” di Ca’ Pesaro. Su una pedana separata dal resto si trova il letto in cui venne esposta la salma del poeta nella notte tra l’1 e il 2 marzo 1938.
Questa stanza è stata pensata dal poeta stesso come luogo di meditazione e futura camera funeraria. Tappezzano la stanza riquadri in pelle di daino. Qui presente anche una statua raffigurante San Sebastiano trafitto. Il programma iconografico è complesso ed era stato affidato ad un veneziano facente parte il gruppo dei “secessionisti” di Ca’ Pesaro. Su una pedana separata dal resto si trova il letto in cui venne esposta la salma del poeta nella notte tra l’1 e il 2 marzo 1938.
Oratorio Dalmata
Questa è la sala d’aspetto per gli ospiti
graditi, gli amici che poi venivano accompagnati nella sala da pranzo. In
questa stanza sono presenti oggetti spirituali quali libri di preghiera,
candelabri, incensieri e busti settecenteschi. In questa atmosfera di richiami
religiosi è presente una lunga iscrizione piena di riferimenti riguardante
Gabriele, che si diceva “orbo veggente” dopo l’incidente di guerra del 1916 che
lo privò della vista all’occhio destro.
Officina
Questa stanza è lo studio vero e proprio di
D’Annunzio, arredata con mobili funzionali in rovere chiaro, vi si accede
abbassando la testa come per umiltà. Qui la luce entra da grandi finestre per
illuminare bene le pareti e il soffitto dello studio, così da rendere
eccezionale questa stanza a confronto della maggior parte delle altre quasi
tutte in penombra. Sulla scrivania sono posti vocabolari, repertori,
cartelline, manoscritti a testimoniare il contino lavoro del poeta.
Schifamondo
Tornando nella Piazzetta Dalmata, a sinistra
si entra in Schifamondo. Oggi è la sede del Museo della Guerra. Oggetti,
bandiere, indumenti ricordano le imprese con cui D’Annunzio, durante la Prima
Guerra Mondiale, stupì l’opinione pubblica italiana e europea.Sito ufficiale: http://www.vittoriale.it/











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