Arianna Piva

Amo viaggiare, scoprire cose nuove e conoscere nuove culture. Ogni viaggio è per me una miscela di stupore, incanto e meraviglia. Non mi stanco mai di partire, assaporare l’emozione dell’avventura e sperimentare la magia della scoperta. Mi piace collezionare ricordi di colazioni memorabili, di stanze incantevoli, di dettagli strepitosi, di incontri speciali. Mi piace vivere e ammirare la natura nella sua purezza. Sto terminando gli studi a Castelfranco Veneto… E che viaggio sia!

domenica 15 giugno 2014

Vittoriale degli Italiani



Prioria
La facciata è disseminata di stemmi, e ricorda, per volontà del poeta, quella del Palazzo del Podestà di Arezzo. Al centro, lo stemma del levriero disegnato dallo stesso D’Annunzio. Sull’arco d’ingresso due Vittorie della Fama sulla quale c’è scritto un motto di buon augurio. Al pianterreno, gli altorilievi del Leone di San Marco, dell’Aquila di San Giovanni e un altorilievo in bronzo con alcuni versi del Cantico delle Creature di San Francesco.


Vestibolo
È l’ingresso alla casa alla quale si accede salendo sette gradini. Sul pianerottolo una colonna in pietra, alla cui base sono i simboli della passione, con sopra un cesto dorato colmo di melagrane (simbolo di abbondanza). Due porte conducono ad altri spazi di passaggio: a sinistra l’Oratorio Dalmata e a destra la Stanza del Mascheraio.


Stanza del Mascheraio
Questa stanza era utilizzata da D’Annunzio come sala d’attesa per gli ospiti poco graditi. Sullo specchio una scritta si rivolge “Al visitatore. Teco porti lo specchio di Narciso? Questo è piombato vetro o mascheraio. Aggiusta le tue maschere al tuo viso, ma pensa che sei vetro contro acciaio.” Il severo monito sembra fosse rivolto a Mussolini, che visitò più volte D’Annunzio al Vittoriale. Un grammofono, una radio, alcuni dischi e degli spartiti testimoniano l’interesse del poeta per la musica.


Stanza della Musica
 Questo era il luogo destinato ai concerti di Luisa Baccara e degli archi del “Quartetto del Vittoriale”. È uno degli ambienti più complessi e ricchi della Prioria per le opere che contiene. La scandiscono quindici colonne, su una delle quali è posto un Eros in bronzo che pare sorreggere il tessuto del soffitto. Sulle altre, la presenza di splendide Zucche Luminose arancioni e azzurre e i Canestri di Frutta. Le pareti sono coperte da una stoffa di damasco rossa e delle cortine in seta nera e ricami d’argento. Riempiono ulteriormente ogni spazio arredi cinesi, tavolini, bronzi e strumenti musicali.


Stanza del Mappamondo
 Questa stanza è l’ex biblioteca di Thode, qui si conservano tutt’ora circa 6000 dei 33000 volumi totali presenti in tutta la Prioria. È la biblioteca più spaziosa della casa, ma anche sala da pranzo per i ricevimenti e luogo di memorie storiche. Qui sono raccolti alcuni cimeli storici come la maschera funeraria di Napoleone e la tabaccheria usata dall’ex imperatore a Sant’Elena. Alle pareti e sugli scaffali sono presenti alcune copie in gesso di grandi artisti (esempio: la mano del David di Michelangelo). Sul tavolino rotondo, l’enorme Divina Commedia (Inferno) realizzata per il sesto centenario della morte di Dante. Campeggia un grande mappamondo, sopra il quale è posto un galeone in ferro battuto.



Zambracca
 La suggestiva e preziosa stanza era insieme guardaroba, studio privato, sala da pranzo per rapidi pasti solitari. Le pareti sono tappezzate di damasco verde e dominano l’ambiente alcuni gessi, sculture cinesi, argenti e porcellane. Seduto alla scrivania di questo studio Gabriele D’Annunzio morì per emorragia celebrale il 1° marzo 1938.



Stanza della Leda
 La camera da letto è immersa nei colori dominanti dell’oro e dell’azzurro, illuminata solamente dalla luce che entra dalla Veranda dell’Appollino. Sul soffitto sono riportati sulle travi lignee alcuni dei più importanti versi di Dante. Nella stanza domina imponente un caminetto e sono presenti tre tavolini disegnati dallo stesso D’Annunzio. È presente un calco in gesso di un’opera di Michelangelo. Sul letto, una coperta persiana in seta ricamata. Disseminati nella stanza maioliche persiane, porcellane cinesi e maioliche dono della moglie Maria.


Veranda dell'Apollino
 Venne edificata da Maroni con lo scopo di far filtrare luce verso la camera da letto, un ambiente intermedio adatto al relax e alla lettura. A dare il nome all’ambiente è la presenza del gesso di un Kourus greco arcaico, sulle pareti invece ritratti fotografici della madre di Gabriele, di Luisa Baccara e di Eleonora Duse.


Stanza del Lebbroso
 Questa stanza è stata pensata dal poeta stesso come luogo di meditazione e futura camera funeraria. Tappezzano la stanza riquadri in pelle di daino. Qui presente anche una statua raffigurante San Sebastiano trafitto. Il programma iconografico è complesso ed era stato affidato ad un veneziano facente parte il gruppo dei “secessionisti” di Ca’ Pesaro. Su una pedana separata dal resto si trova il letto in cui venne esposta la salma del poeta nella notte tra l’1 e il 2 marzo 1938.


Oratorio Dalmata
 Questa è la sala d’aspetto per gli ospiti graditi, gli amici che poi venivano accompagnati nella sala da pranzo. In questa stanza sono presenti oggetti spirituali quali libri di preghiera, candelabri, incensieri e busti settecenteschi. In questa atmosfera di richiami religiosi è presente una lunga iscrizione piena di riferimenti riguardante Gabriele, che si diceva “orbo veggente” dopo l’incidente di guerra del 1916 che lo privò della vista all’occhio destro.


Officina
 Questa stanza è lo studio vero e proprio di D’Annunzio, arredata con mobili funzionali in rovere chiaro, vi si accede abbassando la testa come per umiltà. Qui la luce entra da grandi finestre per illuminare bene le pareti e il soffitto dello studio, così da rendere eccezionale questa stanza a confronto della maggior parte delle altre quasi tutte in penombra. Sulla scrivania sono posti vocabolari, repertori, cartelline, manoscritti a testimoniare il contino lavoro del poeta.


Schifamondo
 Tornando nella Piazzetta Dalmata, a sinistra si entra in Schifamondo. Oggi è la sede del Museo della Guerra. Oggetti, bandiere, indumenti ricordano le imprese con cui D’Annunzio, durante la Prima Guerra Mondiale, stupì l’opinione pubblica italiana e europea.





Sito ufficiale: http://www.vittoriale.it/

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